In questo libro l’ex moglie di Steve McQueen e madre dei suoi due figli racconta la storia d’amore da incubo con il marito e il loro matrimonio durato 14 anni.
In questa biografia la prima moglie di Steve McQueen e madre dei suoi due figli racconta le confidenze del suo ex marito negli anni che seguirono il loro divorzio e i successivi matrimoni di lui, in particolare quello con Ali MacGraw.
Quando Neile Adams incontrò Steve McQueen all’età di 23 anni a Broadway, non aveva idea che quel momento le avrebbe cambiato la vita e trasformata in una scena di un film. Fu l’inizio di un amore che sarebbe durato, nonostante un divorzio, nuovi matrimoni e la sua morte nel 1980.
Un’infanzia quasi simile
Neile e McQueen erano cresciuti entrambi senza padre e con madri alcolizzate. La madre di Neile era stata una famosa ballerina esotica nelle Filippine e un’amica molto intima del suo ospite occasionale Douglas MacArthur.
Neile stessa ha vissuto sotto il dominio giapponese durante la guerra, poi in un campo di concentramento giapponese. Quando arrivò negli Stati Uniti, venne attratta dal palcoscenico molto presto, soprattutto dalla danza.
Decise di diventare più famosa di sua madre e, in effetti, guadagnava 50.000 dollari all’anno come star della commedia musicale durante il suo primo anno di matrimonio con il giovane attore non proprio promettente McQueen (che ne guadagnava 4000).
Nonostante Steve fosse amareggiato per il fatto che sua moglie pagasse le bollette, si godeva comunque una serie di nuove auto sportive straniere e motociclette di lusso, tutte pagate da Neile. Sperava che la sua occasione sarebbe arrivata prima o poi.
E alla fine arrivò nel 1958 con il ruolo del cacciatore di taglie Josh Randall nella serie televisiva Wanted Dead or Alive, in italiano Ricercato vivo o morto trasmessi dal 1958 al 1961.
Il passato di Steve
Prima di allora, Steve se n’era andato di casa presto, aveva lavorato in un bordello messicano come ragazzo degli asciugamani, come cameriere in un altro bordello del Texas, si era arruolato nella marina mercantile, poi nel corpo dei Marines (due volte in prigione per assenze ingiustificate), poi si era diretto al Greenwich Village e aveva quindi intrapreso la carriera di attore.
Era stato anche in una casa per ragazzi ribelli per aver rubato dei coprimozzi; si era sentito abbandonato per tutta la vita dalla madre per averlo messo lì. L’amore di Neile per lui soddisfaceva il suo bisogno infinito di affetto sicuro.
Steve era un donnaiolo e il loro matrimonio era disseminato di infedeltà (Lee Remick, tra gli altri co-protagonisti, era attratta da suo magnetismo). Peggio ancora, la dipendenza da cocaina di Steve e il suo uso eccessivo di marijuana lo facevano regolarmente stare fuori testa , e altrettanto regolarmente lo facevano sprofondare nel rimorso per implorare perdono.
Gli abusi
Quando dopo una dozzina di anni di abusi la stessa Neile ebbe una relazione con un altro attore, (nel libro non viene fatto il nome) Steve divenne una sorta di Jekyll-Hyde per il resto del loro matrimonio amareggiato.
Un tiro, una sniffata o una birra e lui esplodeva, schiaffeggiandola e colpendola, la sua infedeltà era pari all’abbandono di sua madre.
“Quando ripenso a quei giorni, comprendo che se non me ne andai, deve esser stato perchè volevo punirmi per tutto il dolore e la pena che avevo inflitto a Steve (dimenticando tutto ciò che lui aveva fatto a me). Eppure lo amavo ancora e, bene o male, continuavo a sperare che tutto sarebbe passato e che l’incubo sarebbe finito.”
I suoi ultimi giorni in una clinica oncologica in Messico sono toccanti, sebbene l’ego di Steve fosse evidente (secondo i giornali dell’epoca, gli era permesso bere birra, cosa che Neile non menziona).
Ebbero due figli prima che il loro matrimonio durato 16 anni finisse con un divorzio dopo la relazione di McQueen con Ali McGraw.
La rottura fu il risultato delle varie donne, degli scandali pubblici, dell’alcol e dell’assunzione di droghe di suo marito, secondo Toffel. Eppure lei continuava a considerarlo suo amico, sostiene, rimanendo compagni di letto durante i suoi successivi matrimoni.
La Toffel usa un tono affettuoso in questa autobiografia e le vicende che racconta, alcune deliziose e altre strazianti, ci sono alcuni momenti avvincenti e molto sentimento, oltre che citazioni ai film in cui l’attore ha lavorato, ritraendo il lato nascosto dell’eroe, una descrizione tragica ma bellissima di un uomo e una donna che sono stati fin troppo umani.
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MIO MARITO, UN AMICO- Neile McQueen Toffel ed. Sperling e Kupfer 1988
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