La donna di trent’anni di Balzac. Ritratto di una donna desiderata


Nel romanzo di Balzac, una storia d’amore intreccia delusione e disillusione per una giovane sposa, priva del diritto all’emancipazione e al piacere.

Ivan Kramskoy – Portrait of a Woman (1867)

Nel romanzo “La donna di trent’anni” o “La trentenne” di Honoré de Balzac, l’autore francese narra la vicenda di Julie d’Aiglemont, una donna intrappolata in un matrimonio socialmente desiderabile ma infelice, che la condurrà alla rovina.

Da giovane madre, Julie cerca di resistere a una potente passione adulterina, ma nel pieno della sua maturità riscopre il piacere dell’amore. Tuttavia, questo sarà tragicamente interrotto da un destino crudele.

Nel 1813, Julie appare giovane e innamorata di un brillante colonnello di cavalleria, il conte Victor d’Aiglemont, suo lontano parente. Ignara del futuro doloroso che l’attende, Julie si sposa con Victor dopo pochi mesi, nonostante le preoccupazioni del padre, che conosce bene la delicatezza della figlia e tenta invano di opporsi alla rozzezza del colonnello.

Con il passare del tempo, l’incompatibilità tra i loro caratteri diventa evidente, aggravata da una crescente insofferenza che compromette la fragile salute di Julie.

scrive Balzac

“Come la maggior parte dei mariti che si sentono soggiogati da uno spirito superiore, il marchese salvava il suo amor proprio facendo derivare dalla fragilità fisica anche la debolezza morale di Julie, che si divertiva a compiangere, mentre si chiedeva perché la cattiva sorte gli avesse dato in sposa una ragazza malaticcia. Insomma, si considerava la vittima, mentre era il carnefice. La marchesa, oppressa da tutto il dolore di una esistenza del genere, doveva per di più sorridere al suo inetto padrone, ornare di fiori una casa in lutto, e mascherare di gioia un viso reso pallido dalle pene segrete”.

Mentre l’amore per il marito si affievolisce, una nuova passione si accende per un giovane lord inglese, Arthur Ormond.

Nonostante Julie resista con tutte le sue forze, una serie di eventi inevitabili si susseguono. Arthur pagherà con la vita l’onore di Julie.


La ritroviamo a trent’anni, ancora affascinante, ormai rassegnata alle occasionali infedeltà del marito e pronta a trattarlo come un buon amico, sostenendolo nella sua ascesa politica e sociale.


Troverà conforto in un nuovo amore, meno idealizzato del primo: il diplomatico Charles de Vandenesse, con il quale avrà un figlio.

Questo rapporto sarà tragicamente segnato dalla morte del bambino e dalla fuga della figlia, Hélène, con un assassino, insieme ad altre drammatiche vicissitudini.

La marchesa, a trent’anni, era bella anche se fragile di aspetto e delicatissima. La sua maggiore attrattiva veniva da un’espressione calma che rivelava una sorprendente profondità spirituale…Se lanciava sguardi intorno a sé, lo faceva con un movimento triste, come se riservasse il fuoco dei suoi occhi a contemplazioni segrete. Perciò ogni uomo superiore si sentiva stranamente attirato da quella donna mite e silenziosa

“La donna di trent’anni” non è il tipico romanzo di Balzac. In linea con l’idea dello scrittore di ritrarre le “Scene della vita privata,” il libro mette in luce i caratteri delle donne sposate nei primi anni del XIX secolo.

La narrazione è strutturata come un mosaico composto da sei scene diverse, che si uniscono progressivamente come i capitoli di un romanzo.

È una storia di delusione e profonda disillusione di una giovane sposa, privata del diritto all’emancipazione e al piacere.

La sorella di Balzac

Balzac aveva una sorella, Laurence Balzac, morta a 23 anni, dopo un matrimonio apparentemente brillante ma in realtà infernale, con il nobile Armand Désiré Montzaigle, il quale ispirò il personaggio del cattivo nel romanzo Aiglemont.

Poco prima delle nozze, la madre di Balzac scrisse a Montzaigle, confermando che Laurence era illibata, priva di malattie, e in perfetta salute. Purtroppo, il futuro marito era un giocatore incallito e un donnaiolo.

La coppia, presto sommersa dai debiti e dai pignoramenti, con due figli a carico, si ritrovò in difficoltà. Laurence, malata e abbandonata, morì in povertà. Riposa ora al cimitero Père-Lachaise di Parigi.

La donna matura ancora desiderabile


Nel capitolo centrale del romanzo, Balzac pone un’enfasi particolare sul periodo dei trent’anni, quando la donna raggiunge l’apice della sua femminilità.

Una donna adulta e matura, più affascinante e complessa rispetto a una ragazza o a una giovane sposa.

Nel XIX secolo, raggiungere i trent’anni aveva un significato particolare per una donna, segnando la fine della sua giovinezza spensierata.

Come nel caso di Julie, l’eroina del romanzo, a questa età una donna era generalmente sposata, con una famiglia a cui badare, e il suo futuro appariva spesso privo di prospettive.

Nonostante fosse ancora nel pieno del suo fascino, doveva concentrarsi esclusivamente sui doveri coniugali e sull’educazione dei figli. Solo in alcuni ambienti borghesi o aristocratici le era permesso di “continuare a vivere”.

Balzac ci illumina con un toccante incontro tra la contessa Listomère-Landon e la giovane Julie d’Aiglemont. La contessa, un tempo considerata una donna moderna, riconosce nella giovane Julie una profonda disperazione e un autentico disincanto.

Le trentenni desiderabili di Balzac

Le donne trentenni di Balzac sono figure dalla maturità autunnale, disilluse dalla vita e dall’amore, senza più aspettative personali.

Trovano felicità nell’essere ancora desiderate, nel poter essere compagne e consolatrici.

Sposando Aiglemont, uomo insensibile, rozzo, senza fede, giocatore, povero e maleducato, Julie abbandona i suoi sogni romantici, che non le hanno portato la felicità sperata.


La Contessa, “una di quelle belle vecchie signore dal colorito pallido e dai capelli bianchi,” figura delicata e amabile, tenta di aiutare la giovane proponendole di convertirla alle dottrine monarchiche dell’epoca di Luigi XV, con alcune ricette efficaci per “frenare” il nipote bifolco.

Purtroppo, la sua morte prematura interrompe questi bei progetti.

I tempi cambiano, ma il mito della “donna di trent’anni” rimane ancora oggi. Oggi, la moglie di trent’anni è diventata la moglie di quarant’anni, e talvolta anche più.

Tuttavia, alcune idee continuano a essere rilevanti, soprattutto riguardo alla libertà delle donne “di una certa età”, in particolare la loro libertà sessuale, il diritto al piacere e la realizzazione personale.


Lo stesso Balzac fu affascinato, nel corso della sua vita, da donne più grandi di lui.
«La donna di quarant’anni farà tutto per te; quella di venti, nulla» scrisse.

Charles de Bernard amico di Balzac qualche anno dopo sull’onda del successo del libro di Balzac pubblicherà un racconto dimenticato intitolato La Femme de quarante ans (La donna di quarant’anni) ma questa è un altra storia.

Balzac e Flaubert

Balzac scrisse “La donna di trent’anni” tra il 1829 e il 1842. La data esatta della pubblicazione è difficile da determinare, poiché Balzac continuava a modificare il testo, suddividendolo in frammenti o racconti pubblicati su riviste, prima di riunirli sotto il titolo definitivo nel 1842. L’autore morì nel 1850.

È impossibile non pensare al personaggio adultera di Emma Bovary. Nel 1857, a soli 36 anni, Gustave Flaubert pubblicò con grande clamore Madame Bovary, probabilmente ispirato da un romanzo precedente, sebbene narrasse un evento realmente accaduto.

Flaubert, da un lato, ammirava Balzac:

“Era un uomo forte e aveva compreso appieno il suo tempo. Lui, che aveva studiato così bene le donne, è morto appena si è sposato, proprio mentre la società che conosceva iniziava a dissolversi” (lettera a Louis Bouilhet, 1850).

Dall’altro lato, come giovane alla ricerca di una nuova forma letteraria, lo disprezzava: “Che uomo sarebbe stato Balzac se avesse saputo scrivere! Gli mancava solo questo. Un artista, dopotutto, non avrebbe fatto tanto, non avrebbe avuto quell’ampiezza” (a Louise Colet, 1852).

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