Giovane in Cina. Autobiografia di un intellettuale cinese del secolo scorso


In questa autobiografia, lo scrittore russo Sergei Tret’jakov narra la vita di un giovane rivoluzionario e intellettuale cinese dei primi del Novecento.

Tret’jakov fu dal 1924-25 professore nella sezione russa dell’Università Nazionale di Pechino.

Tra i suoi studenti scelse un giovane cinese, a cui in questo racconto viene dato il nome nome Tan Shih-hua.

Insegnante e studente lavorarono insieme intensamente, dalle quattro alle sei ore al giorno per un periodo di sei mesi, nella raccolta del materiale.

Il risultato è, per usare l’espressione dello scrittore, non una vera autobiografia ma una “bio-intervista”, che copre i ventisei anni di vita di Tan fino al 1927, un periodo fervido in Cina, che costituì un’adolescenza rivoluzionaria per tutti gli studenti cinesi contemporanei.

Il libro uscito nel 1934 oggi appare un’ interessante documento storico che descrive la Cina delle campagne e dei contadini, dei monasteri buddisti, del rinnovamento sociale, della trasformazione da impero millenario a Paese moderno, nel periodo fra la rivoluzione del 1911-12 e la temporanea battuta d’arresto del 1927.

La Cina vista attraverso gli occhi di un giovane studente

La Cina è descritta e narrata dallo scrittore sovietico attraverso la prospettiva di Teng, suo studente all’università di Pechino, utilizzando la tecnica che egli definisce «bio-intervista»

Tret’jakov (1892-1937) fu un esponente di rilievo del movimento futurista. Come teorico della cosiddetta,« letteratura del fatto », negava il romanzo considerandolo un genere troppo ” borghese”, dando valore unicamente alla narrazione della realtà quotidiana. la ” fattografia”, in contrasto con i canoni letterari del tempo.

Pubblicato parzialmente a puntate, fra il 1927 e il 1928, sulla rivista letteraria Novyi Lef di cui Tretjakov era redattore, l’opera completa apparve in volume soltanto nel 1930, da noi bisognerà aspettare gli anni ’70 per essere pubblicato da Einaudi.

L’esperienza diretta oltre alla testimonianza di Teng Shih-hua, fanno rivivere il mondo familiare, scolastico, religioso e politico di una Cina che si affacciava al ventesimo secolo, insieme alle spinte innovatrici della rivoluzione.

In simbiosi fra l’autore e il suo protagonista, prende vita la situazione storica di due Paesi diversi, Russia e Cina, ma per certi aspetti affini.


Il racconto documenta la storia con dettagli tipo descrizioni del cibo, le frittelle della luna, le festività tradizionali, la scuola.

“Un giorno dopo l’altro prosegue la mia vita nel collegio. La mia testa rapata di monaco si ricopre a poco a poco di capelli. A casa c’è la miseria. Bisogna pagare i pranzi al cuoco della scuola. Il direttore mi fa aprire un credito, però il denaro va cercato comunque… i corridoi della scuola finito l’anno scolastico, sono deserti, ma io continuo a stare a scuola: non posso pagare il debito al cuoco, non posso andarmene.”

Vi si racconta l’adolescenza, il paesaggio stesso; il rapporto dell’individuo con la sua famiglia, e la famiglia con il clan e la società.

Nel capitolo “La proposta di matrimonio” si trova una scena delicata ma intensa, che descrive gli incontri con la ragazza promessa in sposa:

” Quando la matrigna ricama, Tsai-yìng l’aiuta. Perfino mio padre, scontroso e tetro, guarda a volte con occhi che si rabboniscono verso la sua figuretta affaccendata. Durante la mia permanenza, lei sta tutto il giorno in casa nostra. Tranne lei non frequento quasi nessuno. Questi non sono più incontri: siamo quasi inseparabili. Ho quindici anni, lei tredici. Alle monellerie degli anni trascorsi è subentrata la calma e l’attenzione. Forse sta nascendo l’amore? A quei tempi la parola non mi viene in mente. In ogni caso, sta maturando una profonda amicizia. Senza neppure toccarci la punta delle dita, siamo capaci di sedere per ore uno di fronte all’altra, mentre lei suona il flauto o canticchia a voce bassa graziose canzoni, e io guido il pennello sulla carta, abbozzando garbate poesie.”

Questa autobiografia narra la tragedia di un giovane la cui esistenza è ampiamente condizionata dalle convenzioni sociali del vecchio ordine.

La personalità di un sensibile individuo si fissa nel proprio carattere, durante il momento in cui un ragazzo diventa maggiorenne.

Vittima delle purghe staliniane, lo scrittore fu accusato di spionaggio e giustiziato nel 1937. Tretjakov non ebbe l’opportunità di ottenere il meritato riconoscimento per il suo particolare genere letterario.

Nobilitato poi qualche anno dopo da Boris Pasternak suo coetaneo e collaboratore della rivista.

Il libro “GIOVANE IN CINA” ed. Einaudi 1976

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