Un romanzo di Carlo Cassola pubblicato nel 1968, caratterizzato da una narrazione minimale, piccole storie quotidiane che ruotano attraverso una ferrovia locale.
Ambientato nella Toscana del dopoguerra, il romanzo segue le vicende di un gruppo di pendolari che ogni giorno viaggiano su una ferrovia locale per recarsi al lavoro.
Tra di loro ci sono un impiegato, un operaio, un insegnante e una giovane donna, ognuno dei quali è alle prese con i propri problemi personali e le proprie aspirazioni.
Questo di Cassola è un mondo senza drammi, raccontato con un certo realismo magico, dove vediamo scorrere gente che viene e che va, da Pisa a Cecina, da Cecina a Orbetello, o Volterra lungo gli imprevedibili destini ferroviari.
Fra paesaggi di campagna e periferie di città, l’autore intreccia storie di diversi personaggi, sovrapponendo volti ed immagini, nel quadro di una normalità dove nulla accade e che non rientri nel solito ritmo di ogni giorno.
Tutto scorre al tran tran di una locomotiva, dietro un finestrino, fra alberi e case, pianure soleggiate, colline e nuvole.
Ci sono in Ferrovia locale, alcuni riferimenti al regime fascista: la trasvolata oceanica di Balbo, l’adunata dal capomanipolo, una partita a carte al dopolavoro, alcune scritte sovversive sui gabinetti pubblici, ma risultano così fuggevoli e generici che sembrano introdotti apposta dall’autore per sottolineare forse il suo sostanziale disinteresse, in nome di altre più vitali esigenze, lontani dalla Ragazza di Bube.
I personaggi e le loro storie quotidiane
Vediamo quindi Dino un giovane ferroviere, mentre salta sul predellino sul treno già in movimento, alla stazione di Pisa.
Egli scorge ogni volta, una ragazza dai lunghi capelli affacciata a una finestra , una ragazza o una bambina, impossibile distinguerla:
« Sarebbe tornalo a guardar fuori dopo Lorenzana, nella speranza di vedere la figlia del casellante; e poi a Orciano. Lì era sicuro che la moglie del capostazione sarebbe stata alla finestra ».
Poi Anna, che vive tutta nel gesto di lavarsi i capelli alla finestra o Bruna selvatica e riottosa, e poi Dina, moglie docile e premurosa del capostazione, conosceremo i giorni lenti e uguali: le insofferenze, gli affetti insidiati.
Diverse vite si intrecciano in un intricato destino. Bruno, figlio di un medico rurale e studente universitario, è allo stesso tempo attratto e spaventato dalle sue prime esperienze sessuali.
Gabriella, afflitta dalla tisi, si rifugia in una sorta di serra protettiva, rinunciando ad ogni speranza.
L’addetto amministrativo della stazione di Cecina, sopravvissuto all’iprite nella battaglia della Bainsizza, nutre un nostalgico rimpianto per la sua passione teatrale; e poi c’è il maresciallo dell’esercito, che giunge fino a Roma in cerca di appoggi presso il ministero, insieme a molti altri personaggi le cui storie si snodano in un affresco di umanità.
Momenti poetici
Ci sono momenti poetici con la storia della moglie del capostazione che trascorre le proprie giornate in attesa che il marito finisca il turno, con l’ unica distrazione la domenica per uscire con lui: « si metteva il vestito buono e le scarpe con i tacchi alti; s’incipriava e si spruzzava il profumo sui capelli »
Oppure quella della ragazzina Anna, che ceduta la propria camera da letto ad un pensionante per badare alla casa, al fratellino sempre sporco, alla spesa giornaliera mentre la sera si attarda alla finestra dove nel buio si sente « il rumore della città ancora piena di vita ».
Attraverso le loro storie quotidiane, l’autore mette in ballo temi importanti come la solitudine, l’alienazione, la ricerca di un senso nella vita e la difficoltà di comunicare con gli altri.
La ferrovia locale diventa così un luogo simbolico, pretesto dove i personaggi si incontrano e si confrontano, ma anche un’immagine della società italiana del dopoguerra, con le sue contraddizioni e le sue speranze.
Il romanzo si conclude con i pensieri di Dino, il ferroviere, alter ego dello scrittore dove a casa si meravigliano che a 23 anni non ha ancora una ragazza : « Dino sorrise: gliene piacevano tante. Tutte quelle che vedeva di sfuggita dal treno. Eccola, la sua ragazza: ferma dietro la sbarra di un passaggio a livello, china in un campo a raccogliere i pomodori, affacciata alla finestra di un casamento di periferia… ».
Il libro su ebay
Ferrovia locale, Carlo Cassola, Oscar Mondadori 1972
Vedi anche l’articolo